Di cicogne e altre castronerie

Vorrei spendere un paio di parole su questa bella esperienza. Io (come tutti credo) sono cresciuta con l’idea della gravidanza come un periodo magico e felice, in cui bombardata da misteriosi ormoni che gangia scansate passi le tue giornate a sognare a occhi aperti parlando al pancione e comprando tutine e dudù (che non ho ancora capito come diavolo si scriva).

Ecco, COL GRANCAZZO.

E scusate se come sempre mi faccio riconoscere per lo scaricatore di porto che sono ma per me è stato un incubo durato anni. Prima i problemi di fertilità (che alla fine lo so anche da me, non sono più una ragazzina e ci potevano stare), poi dopo un aborto precoce (sul quale non mi dilungo che è meglio) la tanto sognata gravidanza, 9 mesi da film horror, tra preoccupazioni, dolori di ogni tipo, viaggi interminabili nei mari della burocrazia… per non parlare del parto, una roba che definirei tortura legalizzata (nonostante gli ottimi professionisti che mi hanno seguita nelle mie divertentissime 10 ire in sala parto), seguita da giorni in cui se becchi l’ostetrica sbagliata vieni trattata letteralmente a pesci in faccia, tanto sei troppo debole per reagire e loro lo sanno bene. E di nuovo evito di dilungarmi sull’esperienza vissuta, che mi auguro non sia la stessa in tutti gli ospedali.

Quindi basta romanzare la gravidanza, BASTA. Iniziamo a parlarne di più in modo onesto, non ci sarebbe nulla di male.

L’unica cosa effettivamente vera è che quando guardi la tua polpettina per la prima volta tutto il resto sembra perdere importanza… e insomma benvenuta, finalmente, Aurora ❤️

Un pensiero riguardo “Di cicogne e altre castronerie”

  1. Sulle ostetriche un incubo è dir poco, a ogbi cambio turno era un’agonia, abbiamo partorito in ospedali diversi, quindi trai le tue conclusioni. Io credo che chi ti vede in inta e ha partorito prima di te eviti di raccontarti la verità nascoste non ci sono altre soluzioni, io con te ho fatto così. Un bacino ad Aurora❤️

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